Lo scrittore scozzese Martin MacInnes si è aggiudicato l'Arthur C. Clarke Award di quest'anno con il suo terzo romanzo In Ascension, che la giuria, presieduta da Arthur M. Butler, ha definito come "un viaggio intenso ... tra panorami cellulari e cosmici" e che vede per una volta premiata una storia inserita perfettamente nel solco della tradizione dei romanzi clarkiani. Giudicato il suo miglior romanzo, In Ascension è scritto magnificamente e viene presentato da Adam Roberts, recensore di The Guardian, forse in modo eccessivamente ampolloso e criptico, come "ricco d'atmosfera, pieno di particolarità brillantemente evocate, che evita di sacrificare la verosimiglianza dell'esperienza vissuta alla mercé dei grandi misteri, ma soprattutto capace di catturarne la bizzarria numinosa e profetica, allusione all'autentica profondità dell'esistenza". Il premio Arthur C. Clarke è stato istituito nel 1987 e la prima scrittrice a vincerlo fu Margareth Atwood con Il racconto dell'ancella. L'anno scorso, Ned Beauman si è aggiudicato il premio con Venomous Lumpsucker, un romanzo ambientato nel 2030 che segue la ricerca di una colonia superstite di pesci superintelligenti. Sempre in tema marino, In Ascension narra le vicende di Leigh, una biologa marina, che si unisce a una squadra d'esplorazione alla scoperta di una nuova fossa oceanica individuata nell'Atlantico. Insieme al trofeo, MacInnes riceverà un premio in denaro di 2024 sterline che riflette l'anno in corso (dal 2001, infatti, l'ammontare del premio aumenta di una sterlina all'anno).
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